Un detto popolare definisce il mese di Febbraio “corto e maledetto”.
Un proverbio che la dice lunga sulle caratteristiche climatiche che lo contraddistinguono e al tempo stesso sono per tutti noi un richiamo alla prudenza. In questi giorni assistiamo, infatti, a un riacutizzarsi del freddo che rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia influenzale. Le cattive condizioni climatiche limitano la vita all’aria aperta e obbligano le persone a incontrarsi in locali ristretti (sale cinematografiche, discoteche, pub, etc.) dove maggiore diventa la concentrazione del virus e le occasioni di trasmissione da individuo a individuo. La caratteristica elettiva dell’influenza è la sua estrema contagiosità.
Così al suono di musica da sballo e a fiumi di birra, virus e batteri si affezionano e si legano in maniera infedele alle mille persone presenti che ballano, cantano, starnutiscono, tossiscono e, nelle goccioline di mille bocche che parlano, volano. Per concludere a fine corsa come in tutti i copioni cinematografici che si rispettano finiscono tra posate, bicchieri e oggetti in una cena romantica a base di pastina calda e…nausea e subito dopo in un’atmosfera da brivido infuocata e passionale nel letto dei malcapitati a 38° C di temperatura febbrile. Sette giorni in allegria con mal di testa, dolori articolari, brividi, grave malessere, mialgie, tosse insistente, raffreddore in conclusione “benvenuta influenza!”. Unico sollievo gli antidolorifici, antifebbrili tra essi, preferibilmente, il paracetamolo. Ma fondamentale è la prudenza, il bere molto per integrare i liquidi evaporati con la febbre, il riposo in casa al caldo senza prove generali di eroismo per evitare complicanze che hanno una particolare predilezioni per l’apparato respiratorio (bronchiti, polmoniti). ma non disdegnano altri organi (miocarditi). Fortunatamente non tutti sono coinvolti dall’abbraccio del virus perché preventivamente e prudentemente molti conoscendone la pessima fama che lo precede si sono vaccinati. Il vaccino è l’unica ed efficace prevenzione contro l’influenza.
Un aforisma recita “l’influenza non curata dura sette giorni – curata una settimana” infatti, oltre la prevenzione con il vaccino e la prudenza, i virus non hanno antidoti, né antibiotici, cortisonici ma vengono contrastati da un atteggiamento di intelligente prudenza, igiene personale e ambientale e da un’ attenta vigilanza sulle possibili complicanze.
Gli involontari untori della malattia sono in particolare i bambini e gli adolescenti in una età compresa tra 0 e 14 anni. I più colpiti dalle complicanze i soggetti ultra 65 e i pazienti affetti da malattie croniche e debilitanti.
Come prevenire il contagio? Evitando luoghi affollati, sale di attesa degli ambulatori medici, veri ricettacoli di virus. In caso di interrogativi e dubbi sulla propria condizione di salute o consigli di carattere generale consultare il proprio medico telefonicamente. Mantenere una prudente distanza dalle persone con le quali si parla. Starnutire in fazzoletti di carta da eliminare in buste dell’immondizia lavandosi frequentemente le mani con acqua calda e sapone liquido, in mancanza con gel disinfettante. Evitare strette di mano fattore di diffusione della malattia. In caso di contagio in famiglia: isolare il malato in una stanza periferica o meno frequentata dell’abitazione. Arieggiare i locali di casa per evitare una alta concentrazione di virus.Un solo familiare dotato di mascherina dovrà prendersi in carico e assistere il malato. Lavare asciugamani, posateria, bicchieri, lenzuola in alta temperatura. Poi…poi “io speriamo che me la cavo”
Corrado Caso